I COMPAGNI DI VIAGGIO


Sans sagesse nourrie d'altruisme, la sience et la politique sont des armes à double tranchant, l'éthique est aveugle, l'art futile, les émotions sauvages et la spiritualité illusoire. La science n'engendre pas la sagesse. Seules les qualités humaines peuvent guider notre utilisation du monde.

Il existe dans le monde macroscopique une interaction qui relie l'univers tout entier. Chaque partie porte en elle la totalité, et de chaque partie dèpend tout le reste.
La notion d'interdépendance nous pousse à remettre fondamentalement en cause notre perception du monde. La compréhension de l'interdépendance doit mettre à bas le mur illusoire que notre esprit a dressé entre moi et autrui. Prendre consience de l'interdépendance engendre ainsi un processus de transformation intérieure qui se poursuivra tout au long du chemin de l'Eveil spirituel.

(Matthieu Ricard)

Un maestro Wu Li non insegna: danza con il suo allievo perché sa che l'universo danza con lui. Gary Zukav è il nostro maestro Wu Li e ci conduce per mano nella danza. E all'improvviso la fisica, che a noi osservatori era sembrata incomprensibile, si rivela un regno scintillante di creazione continua, di continue trasformazioni e annullamenti. Sorpresi, ci rendiamo conto che anche noi possiamo prendere parte alla danza, che da sempre siamo parte della danza.

(Gary Zukav)

Conosciamo gli amminoacidi, i neurotrasmettitori, i cromosomi e gli enzimi, ma non conosciamo l'anima. Poiché non possediamo alcuna credenza nella sacralità della vita, la vita stessa viene distrutta, brutalizzata e troncata. La distruzione della vita di uomini, piante e animali, oltre che dell'intero pianeta, diminuirebbe in modo notevole o cesserebbe del tutto se nella nostra specie ci fosse un principio attivo di considerazione.

(Gary Zukav)

I fit for them - I seek the Dark till I am thorough fit. The labor is a sober one with this sufficient sweet that abstinence of mine produce a purer food for them, if I succeed, if not I had the transport of the Aim -

The poets light but lamps - themselves - go out - the wicks they stimulate - if vital Light inhere as do the Suns - each Age a Lens disseminating their circumference -

(Emily Dickinson)

Il "Divino" è tutta la conoscenza che dobbiamo acquistare, tutto il potere che dobbiamo ottenere, tutto l'amore che dobbiamo diventare, tutta la perfezione che dobbiamo raggiungere, tutto l'armonioso, progressivo equilibrio che dobbiamo manifestare nella luce e nella gioia, tutti i nuovi, sconosciuti splendori che devono realizzarsi sulla terra. L'universo è stato fatto per unire materia e spirito, i due estremi della coscienza e quando li si unisce ci si accorge che i due estremi sono esattamente la stessa cosa: un tutto unico e innumerevole contemporaneamente. Il centro dell'uomo è l'essere psichico, la dimora, in noi, del Divino immanente. Noi chiamiamo unificazione l'organizzazione e l'armonizzazione di tutte le parti dell'essere mentale, vitale e fisico intorno al centro psichico. Questa unificazione fa sì che ogni attività dell'uomo diventi la giusta espressione della volontà e della presenza divine.

(Mère)

E' probabilmente vero in linea di massima che della storia del pensiero umano gli sviluppi più fruttuosi si verificano spesso ai punti d' interferenza tra due diverse linee di pensiero. Queste linee possono avere le loro radici in parti assolutamente diverse della cultura umana in tempi diversi e in ambienti culturali diversi o di diverse tradizioni religiose; perciò, se esse realmente s'incontrano, cioè, se vengono a trovarsi in rapporti sufficientemente stretti da dare origine a un'effettiva interazione, si può allora sperare che possano seguirne nuovi e interessanti sviluppi.

(Werner Heisenberg)

I saw them cross the twilight of an age, the sun-eyed children of a marvellous dawn...the massive barrier-breakers of the world...the architects of immortality...bodies made beautiful by the Spirit's light, carrying the magic world, the mystic fire, carrying the Dionysian cup of joy...
Il tempo è venuto di svelare finalmente i Misteri, vedici, orfici, alchimistici o catari, e di ritrovare la verità completa dello Spirito e della Materia in una terza posizione che non è né quella dei materialisti né quella degli spiritualisti: la soluzione non sta nell'ascesa dell'uomo al cielo, ma piuttosto nel suo ascendere quaggiù nello spirito, e anche nel discendere nello spirito nell'umanità comune, in una trasformazione della natura terrestre. E' questo infatti che l'umanità attende: non una qualche salvezza post mortem, ma un'autentica nuova nascita che coronerà la sua lunga, oscura e dolorosa marcia. E forse troveremo, quando tutto il resto sarà fallito, nascosta dentro, la chiave del grande mutamento.

(Sri Aurobindo)

Invece di vivere come viene viene, perduti in una folla di pensieri non solo privi di interesse, ma esasperanti come un disco rotto, riannodare i fili sparsi della coscienza e lavorare - lavorare su se stessi - in ogni istante. Dire che qualcuno sprofonda in un "inferno eterno" è una crudele assurdità: quando mai l'anima, la Luce, potrebbe restare prigioniera di vibrazioni così basse? Sarebbe come dire che l'infrarosso domina l'ultravioletto. Il simile si ricongiunge al suo simile, sempre e dovunque, qui come altrove. Se esistesse un inferno eterno, potrebbe essere soltanto il luogo di una gioia senza fine; poiché Dio è gioia, non esiste altra eternità che quella della Sua beatitudine. La gioia, sì, se usiamo volerla: non la croce, ma l'alloro, dovrebbe essere la conquista che si prefigge l'anima umana. E invece gli uomini restano innamorati del dolore...perciò Cristo è ancora appeso alla sua croce in Gerusalemme. Diventando cosciente, ciascuno di noi diventa costruttore del cielo e redentore della terra. Ecco perché questa vita ha un'importanza così eccezionale, ecco perché i guardiani della menzogna si accaniscono a predicarci l'aldilà: dobbiamo sbrigarci a fare il nostro lavoro qui perché é soltanto qui che possiamo farlo davvero. Non aspettatevi niente dalla morte, è la vita la vostra salvezza. E' in vita che bisogna trasformarsi.

(Satprem)

L'energia spesa nel lavoro interiore attivo si trasforma immediatamente in una nuova riserva, ma quella spesa nel lavoro passivo è perduta per sempre. Uno dei mezzi migliori per risvegliare il desiderio di lavorare su di sé è quello di rendersi conto che si può morire da un momento all'altro. Ma bisogna imparare a non dimenticarselo. Qui non ci sono né russi, né inglesi, né ebrei, né cristiani, ma soltanto uomini che perseguono un solo scopo: diventare capaci di essere.

(G.I. Gurdjieff)

Essendosi concentrato su ciò che è di là dall'udito, di là dal tatto, di là dalla vista, di là dal gusto e dall'olfatto, che è indefettibile ed eterno, senza principio e senza fine, più grande del grande, duraturo, l'uomo si salva dalle fauci della morte. Lo scopo principale delle tradizioni mistiche orientali è di rimettere ordine nella mente guarendola e acquietandola attraverso la meditazione. Il termine sanscrito per meditazione - samadhi - significa letteralmente "equilibrio mentale", che allude allo stato mentale equilibrato e tranquillo nel quale si sperimenta l'unità fondamentale dell'universo. La fondamentale unicità dell'universo non è solo la caratteristica principale dell' esperienza mistica, ma è anche una delle più importanti rivelazioni della fisica moderna. Essa diviene evidente a livello atomico e si manifesta tanto più chiaramente quanto più si penetra in profondità nella materia, fino al mondo delle particelle subatomiche.

(Fritjof Capra)

Faire que tout soit poème, le nombre, les sons, les couleurs, les mots, mais aussi ce qu'embrassent la connaissance, la matière et l'amour. Au cadran de l'horloge céleste le temps suit, immuable, sa trajectoire divine. La poésie luit dans la nuit des mots dont quelques uns consentent à lui servir de support. La lumière qui s'en dégage pénètre seule en nous là où résonne l'echo du poème, jusqu'au sanglot humide de l'émoi ressenti. Comme un parfum soudain, le poème sourd et prend en compte notre espoir et notre faim...tandis que, paisible, vogue le bateau de la vie.

(Henri Thomasson)

Qualsiasi via è solo una via, e non c'è nessun affronto, a se stessi o agli altri nell'abbandonarla, se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare...Esamina ogni via con accuratezza e ponderazione. Provala tutte le volte che lo ritieni necessario. Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda...Questa via ha un cuore? Se lo ha, la via è buona. Se non lo ha non serve a niente.

(Carlos Castaneda)

...e tutte queste immagini e questi volti giacevano, fluivano, si generavano, galleggiavano e rifluivano l'uno nell'altro, e sopra tutti v'era costantemente qualcosa di sottile, d'impalpabile, eppure reale, come un vetro o un ghiaccio sottilissimo, interposto, come una pellicola trasparente, un guscio o una forma o una maschera d'acqua, e questa maschera sorrideva, e questa maschera era il volto sorridente di Siddharta, che egli, Govinda proprio in quell'istante sfiorava con le labbra. E, così parve a Govinda, questo sorriso della maschera, questo sorriso dell'unità sopra il fluttuare delle forme, questo sorriso della contemporaneità sopra le migliaia di nascite e di morti, questo sorriso di Siddharta era appunto il medesimo, era esattamente il costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso l'aveva visto centinaia di volte con venerazione. Così - questo Govinda lo sapeva - così sorridono i Perfetti.

(Hermann Hesse)

C'é una speranza che l'uomo sopravviva, nonostante tutti i segni del silenzio apocalittico preannunciato dall'evidenza dei fatti? La risposta a questo interrogativo, forse, è contenuta nell'antica leggenda sulla resistenza dell'albero inaridito, privato dei succhi vitali. Un monaco, passo dopo passo, secchio dopo secchio portava l'acqua sulla montagna e innaffiava l'albero inaridito, credendo senz'ombra di dubbio nella necessità di ciò che faceva, senza abbandonare neppure per un istante la fiducia nella forza miracolosa della sua fede nel Creatore e perciò assistette al Miracolo: una mattina i rami dell'albero si rianimarono e si coprirono di foglioline. Ma questo è forse un miracolo? E' soltanto la verità.

(Andrej Tarkovskij)

Il nostro mondo d’esilio ne verrebbe arso se gli angeli non nascondessero la loro incandescenza dietro l’apparenza di ogni cosa; ma ogni cosa contiene questo fuoco e può rivelarlo all’Uomo che, accedendo a una più elevata dimensione di se stesso, partecipa allora della sua realtà.

(Annick de Souzenelle)

Einstein, con il principio della relatività(che oggi sarebbe chiamato quello dell’”Assoluto che le apparenze nascondono”), ha fatto attraversare a queste scienze la “porta degli uomini”.
Ad oggi, esse mettono in luce le leggi fondamentali, “meta-logiche”, di cui non possono esprimere la realtà che con affermazioni contraddittorie: la luce verrà detta corpuscolare e ondulatoria insieme; la conoscenza, a questo livello, è sia soggettiva che oggettiva, l’energia è spirito e materia …
Solo le scienze umane restano ancora prigioniere del nostro dualismo infantile, dato che le nostre strutture psicologiche incontrano resistenze gigantesche alla loro evoluzione. Esse non hanno superato la porta degli uomini. da ciò il tremendo iato che si è da poco instaurato tra l’uomo e la sua opera, tra il suo essere e le creature del suo cervello, di cui egli è incapace di essere maestro. L’angoscia moderna trova in ciò una delle sue radici più profonde …

(Annick de Souzenelle)

La poésie, comme tous les arts authentiques, a le potentiel d’améliorer notre vue et, surtout, notre aptitude à percevoir la dimension poignante et pertinente de notre propre situation, de notre psyché et de notre vie, afin de nous aider à comprendre la direction dans laquelle la pratique de la méditation nous demande de regarder et de voir, ce à quoi elle demande de nous ouvrir et ce qu’elle nous permet de sentir et de savoir.
Les poèmes nous révèlent toute la gamme de lumières et d’ombres en perpétuel changement qui traversent l’écran de notre esprit et hantent les courants souterrains de notre cœur.
Dans leurs meilleurs moments, les poètes expriment l’inexprimable, et dans ces moments là, une grâce mystérieuse accordée par la muse et le cœur les transfigure en maitres des mots au-delà des mots, de l’indicible arraché, façonné et montré, en partie accouché de nos propres mains.
Les poèmes prennent vie quand nous venons à eux et que nous les laissons venir à nous dans cet instant de lecture ou d’écoute, quand nous sommes suspendus avec toute notre sensibilité et notre intelligence à chaque mot, chaque événement ou chaque moment évoqué, chaque souffle aspiré pour l’évoquer, chaque image invoquée avec éclat et art, qui nous transportent au-delà de l’artifice, nous ramènent à nous-mêmes et à ce qui est.

(Jon Kabat-Zinn)

Dieu est partout, sauf là où il y a un moi pour le chercher. C’est le moi qui le met ailleurs, il n’y a que ce moi pour l’empêcher d’être tout.
Le langage du poète, le langage de l’art est peut être un des langages avec lequel on pourrait oser parler de Dieu, parce-que c’est un langage qui n’enferme pas, ne conceptualise pas, mais qui laisse libre et qui invite à une expérience, à une transformation.
Le drame de l’homme c’est l’oubli de l’Etre, le monde de l’absence, le monde de l’oubli. Le monde de la Présence est le monde de la remémoration de l’Etre.
Le miracle, c’est de voir toute chose saturée de présence.
Le regard attentif voit Dieu dans l’homme, il voit l’homme en Dieu, ou dans un langage moins religieux il voit l’Etre dans les étants, il voit les étants dans leur relation à l’Etre. Le regard inattentif ne saisit plus cette relation, il s’enferme dans l’opposition du visible et de l’invisible, il n’y a plus pour lui que la réalité matérielle des choses ou leur absence.
L’attention est la prière naturelle de l’âme.

(Jean-Yves Leloup)

Ce que nous appelons réalité n’est qu’un certain regard de la conscience. Pour un esprit ordinaire, il y a une différence entre la façon dont les choses apparaissent et leur nature véritable, ce qui se traduit du point de vue de notre expérience personnelle par un mélange de souffrance et de bonheur. Au terme du chemin de la connaissance, on perçoit directement la nature ultime des phénomènes, ce qui conduit à la sagesse immuable dans laquelle toute disparité entre apparences et réalité a disparu. De cette sagesse surgit spontanément une compassion illimitée pour les êtres que l’ignorance plonge dans des souffrances sans fin.

(Matthieu Ricard - Trinh Xuan Thuan)



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