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Un
grido di dolore in cerca di risposte
La ruota turchese, è l’ultimo verso di una delle liriche
della silloge, la trentaduesima. L’inizio con la parola oggi vuole
essere, afferma la stessa autrice, “un richiamo al presente, perché
lo sguardo non sia rivolto al passato che non è più o al
futuro che non è ancora, ma all’assunzione di responsabilità
dell’oggi. La ruota, che evoca il ciclo della vita, è immagine
che richiama l’espressione del poeta, ma soprattutto dell’uomo,
la manifestazione del suo potenziale, la fioritura di cio’ che è”.
Nell’evidenziare alcuni temi della sua poesia, l’autrice mi
ha detto qualche tempo fa:
“Essere dentro uno spazio di neve significa entrare nella vita con
rispetto e nel silenzio e, allenando pazienza e osservazione, attendere
che la realtà si riveli nella sua forma più significativa”.
In un’altra circostanza la Scottini ha detto:
“Voglio offrire qualche momento di calma e di ascolto perchè
in un mondo frenetico come è il nostro è utile fare spazio
dentro. Poiché poesia è ascolto della vita segreta che pulsa
col respiro, è una chiave di lettura che aiuta ad interpretare
i segnali e libera la materia dall’inerzia. E’ uno sguardo
che svela e rivela. E’ anche solidarietà e condivisione di
cio’ che si è compreso. Per entrare nel ritmo autentico della
vita avverto la necessità di un briciolo di saggezza, l’umiltà
per non smettere di imparare, la disciplina interiore: premesse necessarie
per acquisire forza e rigore. Poesia è una voce che ha scavato
nel silenzio per cercare un momento di verità, una breve illuminazione;
è vita che svela la straordinarietà dell’ordinario.
Uno sguardo che coglie l’essenza. L’arte è ricerca
della verità e propizia il nostro risanamento. Poesia è
una forma di meditazione fondata sull’esperienza dell’istante
presente e richiede una qualità di attenzione e di coscienza libere.
Poesia è emozione per partecipazione, non è fondata sull’opposizione
io/l’altro. Ci si dimentica di se stessi come quando si guarda un
paesaggio, si ascolta un brano musicale. Insegna uno stato di vigilanza
e di osservazione neutra. E’ collegata ad un non-tempo, all’eterno
presente. E’ una condivisione di cio’ che si è visto.
La poesia ci trasforma. Per questo motivo trasforma tutto cio’ che
ci circonda”.
Un’ispirazione quella della Scottini tutta tesa ad approdare nella
propria interiorità per farla uscire dalle maglie più strette
che l’avvolgono, per farla entrare in sintonia con la terra, vista
(o da vedere), per riprendere tre versi della prima poesia composta nel
2006, come “un piccolo paese // d’altopiano // immerso nella
nebbia”.
Poesia non facile quella della Scottini, densa di “desideri incostanti”
di “un antico fervore” che vorrebbe ridestarsi, poesia per
la quale non sempre il cielo apre le “braccia”, poesia che
denuncia, in certi momenti assolutamente sinceri, le difficoltà
di “scucire” un “grappolo di sogni // in una trama semplice”.
D’altra parte come si potrebbe non essere tormentati e tremanti
cercando magie di luoghi inaccessibili che possono svelare mondi perfetti?
In questa ultima silloge la Scottini lascia una preziosa testimonianza
della propria presenza in piena sintonia con Andrej Tarkovskij. Al pari
del grande regista russo la poetessa offre brevi ma efficaci illuminazioni,
piccoli e grandi momenti di verità, squarci che si aprono nel caos
del mondo. I suoi componimenti in effetti ci parlano di un altrove che
pure è in noi, aiutandoci a rimuovere le nebbie e i veli che abitualmente
oscurano le nostre sonnolente coscienze. La Scottini fa proprie due riflessioni
di Tarkovskij, che qui di seguito riporto. La prima è tratta dalla
pagina 64 di Luce istantanea, uscita nel 2002 per le Edizioni della Meridiana
di Firenze: nei momenti di rivelazione “il mondo che ci circonda
acquista il suo vero volto pieno di armonie e di significato dove il modo
di essere, lo stato interiore dell’anima, è in sintonia con
lo stato del mondo esterno, dell’ambiente, dell’universo e
viceversa. In quei momenti confido nel fatto che non vi sia nulla di insuperabile,
che ogni dolore e tristezza saranno annientati, che la sofferenza sarà
tramutata nel compimento di sogni e speranze”. La seconda riflessione
si legge alla pagina 198 di Scolpire il tempo, edito a Milano per i tipi
di Ubulibri nel 2002:
“L’arte esprime tutto cio’ che vi è di migliore
nell’uomo: la speranza, la fede, la carità, la bellezza,
la preghiera”.
Per la poetessa l’armonia della vita è possibile unicamente
reintegrando un sentimento di responsabilità personale, anche a
prezzo di un continuo, rigoroso ed arduo lavoro interiore. L’arte
del resto, oltre ad essere mistero ed emozione, è caparbia ricerca
di una verità propizia al nostro risanamento. Anche per queste
ragioni l’originale e mai scontato percorso di sofferenza e di conoscenza
della Scottini ci aiuta a guardare l’esistenza con occhi nuovi e
con un’energia rinnovata.
(Prof. Roberto Trovato)
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